Lipsia 1999:

venerdì 21 maggio

sabato 22 maggio

sabato 22 maggio - serata industrial

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lunedì 24 maggio


Lipsia 1999: altre foto del festival

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domenica 23 maggio

domenica 23 maggio, 2a parte

lunedì 24 maggio


Lipsia 1998: reportage


Lipsia 1998: foto reportage


Lipsia 1997
reportage


Il sito ufficiale del festival
wave-gotik-treffen

Terzo giorno - Domenica — 23.5.1999
Goethes Erben (foto di Mircalla)
Anche stamattina l’alzata è stata alquanto faticosa, ma se non altro il tempo sembra nettamente migliorato, il cielo è sereno e un pallido sole aggredisce le nostre pupille ancora spente. Purtroppo non c’è molto tempo per tergiversare o godersi i primi caldi (e nemmeno per fare colazione!) perché il programma dei concerti è come sempre massacrante: alle 12.30 suonano nella Halle I dell’Agra nientemeno che i Goethes Erben e certo non si può assolutamente mancare. Arriviamo che la sala è già strapiena, ancora più che per la Galas, e l’atmosfera sembra molto carica di attesa; il palco poi è completamente invaso da migliaia di candele spente poggianti su candelabri di varie forme... Passano pochi minuti ed entra lui, Osvald, l’ammaliante cantante e mente del gruppo, vestito con un ampio spolverino di pelle nera dal quale fuoriescono all’altezza della vita e dell’avambraccio delle lunghissime spine triangolari effetto porcospino. Con la sua usuale abilità di teatrante comincia a intrattenere il pubblico con una lunghissima introduzione recitata nel suo stile intenso ed evocativo che lascia spazio a momenti di vero pathos (ed è un vero peccato non riuscire a capire bene i testi!). All’improvviso appare una danzatrice con un costume bianco, la faccia dipinta e una cuffietta (anche lei a mo’ di porcospino) ad interpretare un brano strumentale, poi altre due ballerine si uniscono alle danze e insieme eseguono un’altra suggestiva coreografia... ma ecco che le luci si spengono e tutte le candele si accendono in una apoteosi di fiammelle che guizzano nell’oscurità. Si procede quindi con la scaletta ufficiale del concerto che prevede la riproposizione dei brani più noti dei Goethes Erben. Il cantante e mattatore della scena, completamente cambiatosi (sfoggia ora un’ampia camicia bianca e pantaloni scuri), dà vita a una performance davvero coinvolgente per spettacolarità ed eleganza, alternando momenti in pieno stile romantico, in cui si lascia coinvolgere dalle sue ballerine in passi di sensuale passione, trasformando il concerto quasi in uno spettacolo di danza classica, ad altri decisamente più marziali e ossessivi, in cui i temi della pazzia prendono il sopravvento e si colgono anche nella drammatica intensità della voce e delle espressioni del volto.

Il pubblico intanto, munito anche lui di candele accese, segue con attenzione il concerto e omaggia il gruppo con grandi applausi e boati di approvazione; la tensione sale al massimo quando Osvald decide di scendere dal palco e si lancia ad angelo in mezzo alla gente che lo sorregge, trasportandolo così da un lato all’altro della sala, per poi ricondurlo incolume al punto di partenza. E’ evidente quanto i Goethes Erben siano amati dai loro connazionali: una vera ovazione accompagna i bis e il pubblico continua a richiamare il gruppo, che pure ha ormai dato il meglio di sé, suonando per quasi due ore ininterrottamente. Noi siamo davvero stupefatti dalla bellezza dello spettacolo a cui abbiamo avuto l’onore di assistere e subito ci rendiamo conto che sarà difficile scalzarlo dalla prima posizione nella nostra scaletta dei concerti preferiti.

Ancora un po’ intontiti e trasognati abbandoniamo l’Agra, il tempo passa ed è ormai l’ora di avviarci verso il Parkbühne, dove il programma pomeridiano oggi non corre il rischio di essere funestato dalla pioggia e dal freddo. Il programma del resto è alquanto invitante, perché presenta in ordine Forseti, Backworld, Ataraxia, Hagalaz Rune Dance, Sorrow, Camerata Mediolanense, Fire & Ice e Kirlian Camera. Decidiamo così di seguirlo tutto, anche per non rischiare la crisi di schizofrenia che ci aveva sfiorato il giorno precedente. Arriviamo mentre hanno da poco iniziato a suonare i Backworld, gruppo di tre elementi (chitarra acustica, violino e violoncello) che propone una musica che rientra negli stilemi dell’apocalyptic folk, ma da cui si distingue per una vena un po’ meno oscura e più vicina a sonorità classico-romantiche. Pur non conoscendoli, mi lascio subito coinvolgere dalle loro melodie affascinanti ed intense, e il concerto scorre piacevolmente, con il pubblico che segue attento, merito sicuramente della notevole bravura tecnica dei musicisti (la violinista del resto suona anche con i Blood Axis e i Fire & Ice). Dopo una breve pausa tocca agli Ataraxia: il pubblico si accalca e aspetta ansioso di vedere il loro nuovo stupendo live-show.

Ataraxia (foto di S*Tox)
I musici sciolgono il loro incantesimo dando vita agli strumenti, le prime note scintillano nell’aria, inquiete presenze calcano il palcoscenico, il Parkbühne improvvisamente sprofonda indietro nei secoli trascinando tutto seco: ecco gli Ataraxia in concerto !!! La maturità del gruppo è immediatamente evidente e la loro performance diventa qualcosa di più di una semplice proposta musicale, trasformandosi in un rapimento estatico che cattura l’ascoltatore.

Francesca Nicoli è l’assoluta protagonista, leggiadra e conquistatrice nella sua interpretazione, emblema dell’idealità femminile stilnovistica, eterea ed intangibile, capace di modulare suoni carichi del pathos creativo che caratterizzò l’Italia dell’età di mezzo fino al Rinascimento. La rappresentazione del gruppo trova pieno complemento nell’ambigua figura del mimo in costume che, assumendo sembianze sempre diverse, calca il palcoscenico ipnotizzando il pubblico con le sue movenze danzanti: una maschera inespressiva cela il volto del misterioso e silenzioso giullare, quasi che lo stesso Ignoto prendesse di volta in volta una forma priva di soggettività, per incarnare i sentimenti e le inquietudini che gli splendidi musicisti italiani sanno trasfigurare in suoni. Bravissimi come sempre, gli Ataraxia con il loro repertorio di ispirazione medievalistica e rinascimentale costituiscono un tassello d’oro nell’interessante giornata musicale del Festival. (S*Tox)

Non ci siamo ancora del tutto ripresi dalla bellezza di suoni e immagini che gli Ataraxia ci hanno proposto che è già l’ora degli Hagalaz Rune Dance, gruppo formato da una fusione tra gli Ekate e Andrea M. Haugen, artista ben nota in passato, componente tra l’altro delle Aghast. Le percussioni ossessive e ritmiche tipiche degli Ekate si uniscono così alle melodie folk di ambientazione nordica che Andrea ci propone, in un insieme di notevole fascino e bellezza. Saghe di un lontano passato medievale, riti arcani e oscuri rivivono nelle note degli Hagalaz Rune Dance e la cantante, vestita con un semplice saio di sapore medievale, sembra davvero la sacerdotessa di un antico culto nel momento culminante della trance, dell’evocazione degli spiriti... Il concerto, intenso e trascinante, riscuote un gran successo da parte del pubblico, soprattutto di quello maschile, non insensibile nei confronti delle belle fanciulle presenti sul palco...(chi vuol intendere intenda)...

Rose McDowel dei Sorrow (notare le alucce da fatina) (foto di Mircalla)
E’ ora la volta dei Sorrow, ovvero del gruppo formato da Rose McDowel (Current 93, Death in June, Coil e altri), Michael Cashmore (Current 93, Nature and Organisation), Julie Wood (Current 93) e Robert Lee. Rose McDowel si presenta sul palco con una mise davvero particolare, avvolta in un body in pvc che all’altezza della vita si allarga per diventare una specie di tutù in tulle nero, mentre dalle spalle ecco spuntare due piccole ali nere che appena si notano dietro la sua folta chioma scura... insomma sembra davvero una piccola "dark fairy" appena uscita da una fiaba celtica! Putroppo non posso raccontarvi molto riguardo il loro live, perché devo confessare di avere seguito giusto due o tre canzoni per poi abbandonare vigliaccamente il campo. Infatti la musica dei Sorrow, estremamente lenta e dilatata, dai toni sempre uguali, non ha fatto altro che favorire in me una certa sonnolenza... decido così di allontanarmi a bere qualcosa, seguita del resto da parecchie altre persone, anch’esse in preda a una simile crisi (eravamo noi stanchi o loro noiosi? Mah, rinvio il giudizio a una prova d’appello!)

Rinfrancata e ripresami un po’, ritorno sotto il palco, dove sta per iniziare il concerto dei Camerata Mediolanense, che, superata la sfortuna dello scorso anno, quando erano stati costretti ad annullare la loro presenza per la malattia di uno dei componenti, si presentano finalmente quest’anno in grande forma dinanzi al pubblico.

Camerata Mediolanense (foto di Mircalla)
Un coro militare italiano apre il concerto dei Camerata Mediolanense. L’impatto dei titanici tamburi della band è forte ed emotivo. La ritmica serrata e marziale cattura immediatamente il pubblico che poi ben volentieri si lascia accompagnare per mano dalla splendida voce di Daniela, lucente di venustà anche nel suo look un po’ fetish. L’eccezionale bravura espressiva della bellissima vocalist, capace di suscitare grandi emozioni mediante una tecnica canora raffinatissima, si fonde con magica armonia nel virile contesto sonoro elaborato dagli strumentisti.

Indubbiamente la proposta culturale del gruppo, evidenziata nell’ultimo CD Madrigali, i cui brani costituiscono l’asse portante della serata al Parkbühne, trova conferma della sua validità nella splendida prova in terra di Germania. I brani, di particolare complessità estetica, hanno infatti suscitato ampi consensi nei numerosissimi ascoltatori che, alla fine, hanno invocato i Camerata furor populi per una replica, ed i musicisti italiani hanno sagacemente eseguito la loro versione di "Lili Marlene" accolta ovviamente con grande entusiasmo.

E’ emozionante vedere, sentire, percepire che la musica italiana, quella vera e non quella canzonettara del Festival di Sanremo, ha oggi, soprattutto nel Gothic, dopo anni di sudditanza verso il sound anglosassone (penso agli anni '80), un proprio ruolo nel panorama culturale europeo, e che ciò avviene attraverso il recupero e la migliore attualizzazione di quel patrimonio umanistico e tradizionale che ha fatto del Genio italiano un faro illuminante per lo sviluppo progressivo della civiltà. (S*Tox)

Calano ormai le prime ombre della sera e tocca ora ai Fire & Ice conquistarsi i favori del pubblico, già alquanto ben disposto, tanto che basta la prima canzone perche’ i presenti si riscaldino e tributino la loro ammirazione per questo gruppo molto conosciuto e amato nell’ambito del folk apocalittico. Sul palco la formazione è di tutto rispetto, quasi una specie di supergruppo, essendo composta dai tre membri dei Backworld prima citati, più una violinista e il cantante, nonché vera mente del progetto Fire &Ice. Le loro melodie sono dolci, attraenti e affascinanti, la voce è invece bassa e leggermente stonata (alla Tony Wakeford); ballate celtiche di sapore antico si uniscono a suoni più ritmati e cadenzati con percussioni in primo piano. Il loro repertorio è decisamente di ottimo livello e il concerto risulta davvero molto piacevole ed interessante; alla fine un’atmosfera un po’ magica ed irreale, fatta di fate, gnomi e folletti, invade il Parkbühne....

Ma bastano pochi minuti per riportare tutto alla realtà: sul palco sono saliti i Kirlian Camera con Bergamini in tenuta pseudo militare (passamontagna, bomber, anfibi) e il loro show promette scintille...

Angelo Bergamini, Kirlian Camera (foto di Mircalla)
Una gran folla è rimasta al parco per il concerto dei Kirlian Camera, un pubblico di fedelissimi che chiama i membri del gruppo ad alta voce. Subito le note sintetiche di "Solaris" riempiono l’aria con il loro incedere ossessivo e violento, mentre Angelo Bergamini recita i testi, leggendo da un libro. Il concerto continua preciso e potente: subito balza all’occhio la differenza dall’ultimo live del gruppo che vidi, ormai diversi anni fa. Lì, presente in formazione Simon Balestrazzi dei TAC, i synth, seppur in primo piano, lasciavano spesso spazio a rumorismi e sperimentazioni, a sonorità atipiche create con lastre metalliche o catene. Ora il suono dei Kirlian Camera, sia su cd che stasera al Parkbühne, è molto compatto e omogeneo. Il carisma dei membri storici, Angelo ed Emilia, cattura l’attenzione del pubblico che tripudia alla fine di ogni pezzo una calorosissima ovazione. Il concerto continua sintetico ed energico fino ad un’apertura completamente acustica in cui vengono proposte in fila, chitarra alla mano, una serie di romantiche ballate. Il finale è affidato al brano più famoso dei Kirlian "Eklipse II", ballato in ogni dancefloor europeo che si rispetti: qui appare evidente il difetto maggiore di questo, per il resto impeccabile, concerto, ovvero la voce della seconda cantante. Ad accompagnare Emilia infatti stavolta c’è la nuova vocalist, Barbara Boffelli, decisamente brava, ma caratterizzata da una voce marcatamente "rock-blues" e quindi a mio avviso non proprio adatta al genere dei Kirlian Camera. (Christian Dex)

Il concerto si conclude puntualmente alle 22.00, nonostante il pubblico continui insistentemente a richiamare il gruppo sul palco. Bergamini esce e gentilmente ringrazia, ma spiega che non è possibile suonare ancora, l’organizzazione del festival deve rispettare gli orari pattuiti ...

A questo punto dobbiamo solo decidere cosa fare: siamo un po’ indecisi se andare all’Agra dove stanno per suonare i Creatures e poi Sex Gang Children o scegliere la serata electro che anche quest’oggi presentava un ottimo programma: Dark Illumination, Monaco X, Dance or Die, VNV Nation, In strict Confidence e Covenant. Ci giunge notizia che all’Haus Leipzig la gente trabocca a tal punto che non fanno più entrare e dunque non è nemmeno il caso di tentare, per cui la scelta diventa d’obbligo, anche perché non abbiamo nessuna intenzione di perderci il ritorno di un nostro mito, Andi Sex Gang. Chiaramente si potevano fare altre scelte in alternativa: anche stasera c’era infatti la serata industrial al Werk II, che prevedeva Collapse, Ain Soph (ma pare non ci fossero), Söldnergeist e Sonar, oppure la serata "Conne Darkland" all’Eiskeller con Sepulcrum Mentis, Neon Dream, Field of Winter, Illuminate, Sanguis et Cinis e Die Schinder. Quando arriviamo all’Halle II già molti gruppi hanno terminato il loro concerto: Diesirae, Eve of Destiny, Eva O., Secret Discover, mentre è ora il turno dei Creatures ovvero di Siouxie e di Budgie. Dato che conosciamo già la loro splendida performance (vedi recensione concerto di Firenze) preferiamo riposarci un po’ e mettere qualcosa sotto i denti, giusto per placare i morsi della fame... la serata è ancora lunga del resto. Lasciamo quindi al nostro fido Max il compito di relazionare sul concerto del "dinamico duo".

Budgie, Creatures(foto di SuperVirna)
Grande attesa da parte mia per il concerto dei Creatures, in quanto avrei potuto finalmente vedere dal vivo uno dei miei miti giovanili. Attesa non delusa dalla performance di Siouxsie (accompagnata oltreché dal fido Budgie da una bassista e da un chitarrista, entambi molto bravi) che, nonostante la non più verde età, ha dimostrato di poter cancellare la nostalgia dei vecchi fans per i bei tempi andati recuperando la vena oscura che sembrava ormai persa. Concerto molto vitale ed energico in cui sono stati presentati quasi tutti i brani i brani di "Anima Animus" tra cui una stupenda versione di "Exterminating Angel" sicuramente il brano che più ricorda i vecchi Banshees. (Max)

Facciamo ancora in tempo a fare un po’ di giri al mercato e poi, finito il concerto, ci piazzamo in buona posizione sotto il palco, mentre frotte di persone si allontanano. Tra le prime file l’emozione è grande: chi oggi ha circa trent’anni non può non pensare con nostalgia ai vecchi Sex Gang Children, alle loro magiche canzoni, al loro look estremo e provocatorio...cosa ne sarà rimasto ora?

Con estrema emozione guadagniamo le prime file dell’Agra per assistere a quello che non può che essere definito "Evento": un pezzo di storia del (Gothic) Rock sta per apparire sul palco. Ahimé il pubblico sembra essere completamente indifferente e comincia a scemare dall’ampia sala dell’Agra. Anche l’età media si alza decisamente mentre dai più giovani non è raro sentire domande del tipo "Ma chi sono questi che devono suonare?", "E che genere fanno?". Il tempo è stato tiranno con l’artefice di quel capolavoro chiamato "Song & Legend" e lo ha lasciato in un doloroso oblio. Ma stasera l’uomo più inquietante della scena, colui che venne definito "il folletto gotico", salirà sul palco, con i suoi vestiti sensuali, il look trasgressivo, lo sguardo magnetico e rapirà inevitabilmente i presenti. Ecco il concerto sta per iniziare... i musicisti di accompagnamento (nessun membro della formazione originaria) hanno già imbracciato gli strumenti... Andi sta per salire, il pubblico comincia a invocarlo a gran voce... lo luci si spengono... ecco deve essere lui... Un momento: ma chi è QUELLO???? E’ Andi Sex Gang o suo zio???

Zio Andi (Sex Gang) (foto di Mircalla)
Una minuscola figura si muove sul palco, avvolto in un doppio petto grigio, scarpe bianche, occhialini tondi e capello corto, un po’ alla "duca bianco". I primi vocalizzi fugano però ogni dubbio: il tempo sarà stato tiranno con Andi, ma la sua voce è ancora splendida ed emozionante. E quando finalmente attacca "Sebastiane" sembra che gli anni non siano mai passati e l’Agra improvvisamente, per un momento, diventa un piccolo club di Soho dove la musica con cui sono/siamo cresciuto/i è nata... Chi si aspettava un concerto di revival è rimasto stupito, perché sono quasi tutte nuove le composizioni proposte dai Sex Gang Children stasera, di ottimo livello anche se molto "in stile" rispetto ai classici del gruppo. Il concerto finisce dopo un’ora e mezza scarsa lasciandomi addosso strane sensazioni: malinconie di trentenne? Ahimé, temo di sì, ma è indubbio che gli splendidi brani proposti dal gruppo stasera travalichino ogni tempo. L’augurio è di poter ascoltare ancora per anni a venire nuove opere dei Sex Gang Children. Bentornato zio Andi! (Christian Dex)

La serata è stata lunga e faticosa anche oggi, e mentre le feste e le discoteche impazzano in tutti i locali della città noi preferiamo riposare un po’ le stanche membra facendoci cullare tra le braccia di Morfeo....

Mircalla

Secondo Giorno parte II (Sabato 22 Maggio)
Quarto Giorno (Lunedì 24 Maggio)


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