Ataraxia
Roma, Jungle Club 20/05/2006
Sinceramente, dopo più di quindici anni di ascolti e numerosi (senz'altro più di una quindicina) concerti visti, tutto mi aspettavo tranne che rimanere stupito nell'assistere a un'esibizione live degli Ataraxia; invece il gruppo emiliano è riuscito nell'impresa, grazie alla particolarità del tema proposto in questa serata, in buona parte dedicata all'ambiente degli artisti di strada della Parigi dell'inizio del Novecento. Sono stati eseguiti diversi brani a me sconosciuti e destinati ad essere pubblicati su Paris Spleen, uno dei due CD che dovrebbero essere pubblicati nei prossimi mesi, probabilmente alla fine dell'estate in cui molti dei testi sono tratti da lavori di Baudelaire. Il concerto cerca di ricostruire l'esibizione, tenuta al Cabaret de l'Enfer nell'inizio del 1906, di una oscura compagnia teatrale chiamata CircuZ KumP e ha inizio con una lunga introduzione che contiene la presentazione dei vari membri del gruppo, che salgono sul palco uno per volta; dopo di che inizia la lunga serie di brani inediti, caratterizzata dalle tastiere dal suono atipico per gli Ataraxia: il timbro preminente è quello della fisarmonica, talvolta di strumenti a fiato o del violino. Anche la chitarra viene usata in modo diverso dal solito: sono pochi gli arpeggi classici (Vittorio Randelli imbraccia una particolare chitarra elettrica e suona in piedi anziché seduto come fa di solito) sostituiti spesso da suoni più dilatati e dalla tonalità più bassa. I musicisti sono abbigliati in modo particolare, indossando camice, gilet e berretti tipici (immagino) degli artisti di strada dell'epoca. Francesca Nicoli sembra essere in ottima forma e interpreta, mentre canta, i brani, aggirandosi da una parte all'altra del piccolissimo palco del Jungle; purtroppo il Jungle non è mai stato troppo adatto alle esibizioni del gruppo emiliano a causa di un palco molto piccolo e di un soffitto basso che rendono quasi impossibile la presenza del mimo, che in effetti anche stavolta non è stato della partita. Tra un brano nuovo e l'altro, ne sono stati inseriti altri già noti, quasi tutti, comunque, in lingua francese; quelli in altre lingue (come "Singeth a quiet tune" tratta dal disco solista di Vittorio Vandelli o "Lady Lazarus") sposavano alla perfezione l'atmosfera creata fino a quel momento. Al termine dell'esibizione, gli Ataraxia ci hanno regalato altre due graditissime delizie: la cover di un brano di Diamanda Galas e John Paul Jones ("Tony") e, come bis, un brano che verrà inciso nell'altro CD di prossima pubblicazione, Kremasta Nera. Questo, intitolato "Ebur", pur essendo più vicino a quanto inciso precedentemente dal gruppo, è caratterizzato da una maggiore aggressività (soprattutto nei suoni della chitarra) e una volta in più mi ha favorevolmente colpito. Il secondo bis doveva essere un altro brano dallo stesso album ma, a causa di qualche problema a ricordarne il testo, il gruppo ha preferito concludere l'esibizione con (se non ricordo male) una breve ripresa di "Lady Lazarus", lasciandomi in fervente attesa delle prossime evoluzioni discografiche. Non mi resta che consigliare a chi li amasse di partecipare numerosi ai loro concerti, facendo attenzione al fatto che, in questo periodo, stanno portando in scena due spettacoli differenti, presentando in anteprima i due CD di prossima pubblicazione. Scaletta Ankh
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