Guidati come sempre dalla voce magnetica di Francesca Nicoli, tornano gli Ataraxia, uno dei gruppi più particolari della
scena italica. Dediti da anni a sviluppare un percorso artistico assolutamente proprio, ormai stabilmente accasati presso la mitica Cold Meat Industry, hanno da poco rilasciato il loro ennesimo cd, definito dalla stessa band come un lavoro
che non è racchiuso in un genere particolare, ma che è stato sviluppato in puro stile Ataraxia. Infatti il gruppo ha solitamente la caratteristica di approfondire in ogni produzione un certo ambito musicale, ripercorrendo le tappe riferibili ad un determinato momento storico o ad un determinato ambiente, mentre in questo cd si notano influenze differenti, fatte tutte proprie dai musicisti e ricondotte al loro stile particolare. In questo cd il tema dominante è quello dell'amore: per loro stessa ammissione, i nostri hanno tratto l'ispirazione per comporre i brani dal "Cantico dei Cantici" di re Salomone e dal ciclo di arazzi detto "La Dame à la Licorne", di cui un particolare è rappresentato in copertina, conservato nel Museo di Cluny a Parigi. In questo modo è nato un album eclettico, che prende il via da una matrice musicale che ricorda i Dead Can Dance del periodo "Aion" per poi fondersi con tradizioni arabeggianti e con musiche tratte dalla tradizione medioevale europea. Troviamo, accanto a brani tipici della consuetudine degli Ataraxia come "Alsicon" (il cui testo è liberamente tratto da una poesia di Saffo) e "A l'aube", temi ripresi dalla tradizione mediorientale, come "Jarem Gitti", una canzone tradizionale anatolica del XIII secolo; "Sendero en Lago verde" è un bellissimo intermezzo di chitarra acustica, mentre il lavoro si chiude con una nuova versione di "Tempus est Jocundum", un brano tratto dai Carmina Burana originali che gli Ataraxia avevano già proposto nel 1998 in "Historiae" e che si ostinano, non so per quale motivo, a chiamare "Mundus est Jocundum". E' un album denso di sensazioni e di atmosfere, che va ascoltato più che sentito, e che ha la capacità di riportare la mente a tempi e luoghi che non ci sono più, o forse che non ci sono mai stati.
Giorgio Fogliata
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