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..............................................RECENSIONI
DISCHI
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ATARAXIA
“Oil on Canvas”
BOOK + CD (Ultra-Maid
Prod.)
(“Don
Chisciotte che sei!” mi ha urlato la luna, mentre avvolgendola
in una camicia di forza le nuvole la portavano via). Stamattina
ho ricevuto il nuovo lavoro degli Ataraxia: già ero preparato
a qualunque meraviglia, viste le premesse e gli splendidi lavori
che la Ultra-Maid Productions hanno sinora realizzato (vedasi
l’immenso ed inarrivabile box dei Jack or Jive dello scorso anno)
ma ogni aspettativa è stata disillusa. Bisogna anzitutto parlare
del libro, che non è un libro qualunque, ma un oggetto magico
che sembra debba animarsi ad ogni vista, e non parlo solo delle
foto… Il viaggio d’immagini è suddiviso in tre parti: “I am a
tear the sun let fall” in cui Raffaella Graziosi ci mostra l’interno
inquieto/inquietante di una villa abbandonata, le sue stanze,
la sua polvere, i suoi detriti, eppure anche gli arredi creati
con cura e poi lasciati morire da chissà chi e per chissà quale
motivo… La parte centrale è sicuramente la mia preferita, spaventosa
per le figure (statue? Persone? Entità? Tutte assieme e mescolate?)
che Mick Mercer (sì, proprio lui…) ha chiamato “Le souffle animé”:
un soffio che vorrebbe dar vita alle oscure presenze granitiche,
che talvolta effettivamente si trasmutano in carne vitale (ma
senza mai rivelare i volti, magari non ce li hanno o non li hanno
mai avuti) ma il più delle volte restano immobili nei loro atteggiamenti
alteri o pensierosi… fanno veramente timore, quando all’improvviso
una bambina porta correndo ad una di queste figure, quella che
io ho visto come una bambola vestita da sposa… il volto è ansioso,
come d’urgenza di voler far (ri)vivere quelle statue che forse
però sono già viventi nella loro immobilità… Eppoi per finire,
le immagini naturalistiche di Livio Tedeschi, apparentemente senza
fili di continuità, ma poi fra una roccia di montagna, un fiore,
un vitigno, una baia, un tramonto, compare all’improvviso una
statua corrosa dal tempo di un giardino ancora verde… “Oro” l’ha
chiamata lui questa parte di libro, ma cosa intende con questo
termine? La preziosità della natura che troppo spesso maltrattiamo
(e non è un luogo comune, basta ascoltare le sue sofferenze…),
il candido girotondo di pesci rossi, oppure la sola materializzazione
del testo di “The Ocean Green”? Già, perché accanto ad ogni fotogramma
(a me il libro è piaciuto vederlo come un cortometraggio animato)
ci sono sempre loro, i testi di Francesca in italiano, inglese,
francese, spagnolo, tedesco, portoghese… in tutte le lingue del
mondo ed in fondo in nessuna di essa: sono solo parole, ma fra
di esse ci sono appunto tante immagini… E perché nel suo ritratto,
Francesca (non) guarda una scacchiera con alcuni pezzi caduti?
Tre cartoline incluse nella scatola, sempre con immagini di Mercer,
raggelano ancora di più, soprattutto me che delle le statue ho
un certo timore reverenziale, e queste inquietano non poco… E
il disco? In un elegantissimo digipack apribile a libro, troviamo
la summa di tanti anni di lavoro, anzi mi scuso, di arte lavorativa…
Ho apprezzato finalmente che il gruppo si sia ricordato dell’inarrivabile
“Flée et Fabian”, dark e anni ’90 finché volete, ma pochissimo
riproposta anche dal vivo… e pensare che per me basterebbe solo
questa malinconica armonia per l’intero accompagnamento del libro…
non mancano brani dall’album solita di Vittorio, dai recenti Paris
Spleen e Kremasta Nera, dalle dolcissime “Mon Ame Sorcière” e
“Eaudelamer” fino ai due inediti: l’attuale “Temenos” molto vicina
a certi arrangiamenti drammatici di scuola iberica, nella quale
la voce di Francesca nulla lascia alla delicatezza risultando
potente ed incisiva; e “Rashan”, il brano oggettivamente più difficile
ad un primo ascolto, le controvoci si rincorrono attorno a suoni
mistico-orientaleggianti, sicuramente a loro modo ‘ritualistici’,
quasi di cerimonia pagana ma a suo modo devota ad un certo culto…
Io non aggiungo altro, ho già scritto fin troppo, ma dovevo farlo,
non si poteva fare altrimenti… rimando ogni gratitudine agli Ataraxia
per avermi fatto un altro stupendo regalo, oltretutto nei giorni
del mio compleanno (coincidenza?) (“Dipingo a olio su tela. E
dipingo giardini”).
(Anialf) |
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BACIO
DI TOSCA
"Der tod und das madchen"
CD (Caput Medusae Records/Masterpiece distr.)
Dalla
terra teutonica provengono i Bacio di Tosca, che compongono
musica ethereal accompagnata da un cantato lirico e ci fanno
ascoltare questo loro primo lavoro. Ben dieci tracce, tra le
quali meritano attenzione la title-track, ma soprattutto "Die
eine klage", che si differenzia dagli altri brani per una base
elettronica e il cantato, il quale, oltre ai vocalizzi lirici,
ha un recitato che attinge alla storia dell'electrodark tedesco,
insomma, per quanto mi riguarda questa è la miglior traccia
dell'album. Invece in "Ophelia" si è voluto utilizzare, per
quantoriguarda le liriche, un estratto del testo tratto dall'Amleto
di William Shakespeare. Non amo molto il canto lirico, ma questi
B.d.T. mi hanno colpito lo stesso.
(Nikita)
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HARALD
BOSCH
"Die sonne scheint fur alle umsonst"
CD+ DVD (Dercho music)
Musicista
tedesco, Harald Bosch ha tutti i pregi e difetti di un musicista
del suo genere (un electropop di stampo teutonico): per quanto
riguarda i pregi, la musica prende l'ascoltatore per il ritmo
pop e per la lingua, il tedesco, che ben le si addice; invece
per quanto riguarda i difetti, prevale il trash, per l'immagine,
la copertina e le foto interne, una dimostrazione che non si
può avere tutto dai musicisti del suo stampo. Le canzoni sono
orecchiabili ma piacevoli, non c'è niente di male a fare questo,
anzi vi consiglio di dare un ascolto a questo CD per passare
un'ora dal distacco dei vostri problemi, ed è forse solo questo
che Bosch vuole trasmettere. Al CD audio è abbinato un DVD in
cui ci sono brani dal vivo, ma sono gli stessi dell’album e
nella stessa sequenza, inoltre il risultato complessivo non
giova al nostro, sia per le riprese non molto professionali,
sia per l'impatto visivo acerbo e difficile da guardare.
(Nikita)
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BRIGHTER
DEATH NOW
" Necrose Evangelicum"
2 CD (Cold Meat Industry)
Son
ben poche le parole da spendere ancora per questo classico della
scuderia svedese, che viene oggi ristampato in una lussuosa
confezione digipak ed impreziosito da un secondo dischetto contenente
un live finlandese del medesimo periodo. Le alternative sono
brutalmente due: se vi manca, compratelo. Se già possedete
l’originale, l’acquisto è consigliato per i completisti
della label di Karmanik e del suo progetto BDN: questi sappiano
che la scaletta del live finnico del ‘95 include Open the gates,
Impasse, Soul in Flames, Rain red rain e No pain, e che la stupenda
cover del cd, in digipak lucido, rende da far paura.
“Free
your soul, Let your body burn”.
Info:
www.coldmeat.se
(Oflorenz)
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CARILLON
DEL DOLORE
"...per portarti questo scrigno"
2 CD (In The Night Time)
Dopo
il recupero del CD "Tantra" dei Thelema, In The Night Time passa
ai Carillon del Dolore, con questo doppio CD che raccoglie i
due demo-tape "Fiori malsani" del 1983 e "Ritratti dal vero"
del 1985, più alcuni brani live del periodo che va dal 1984
al 1986. Inoltre troviamo tre brani del concerto della reunion
del 2007 al nuovo Teatro Colosseo di Roma, ed infine alcune
registrazioni casalinghe. La raccolta esclude però sia l'album
ufficiale "Trasfigurazione" che "Capitolo IV", quest'ultimo
uscito uscito quando la band cambio nome in Petali Del Cariglione,
dato che i diritti sono ancora in mano alla Contempo, etichetta
che li produsse all'epoca. Band di culto, i C.d.D. possono essere
considerati uno dei gruppi tipici degli anni ‘80, il loro dark
sound claustrofobico e monocorde rispecchiava un'epoca in cui
la musica oscura veniva ideata per trasmettere introspezione,
e loro ci erano ben riusciti. Anche se ora, passati tutti questi
anni, è un po' difficile rispecchiarsi ancora, i tempi sono
cambiati ed anche la musica oscura, e questo è anche un motivo
per cui la In The Night Time ha fatto bene a produrre la raccolta,
che documenta un periodo oramai perduto. Il documento sonoro
è costruito da ben 39 tracce, e chi volesse avere materiale
oramai introvabile ne avrà qui a sazietà. Oltre alla versione
normale ne è uscita una limitatissima a 33 copie (oramai sold-out)
che includeva un DVD di un loro live del 1985 al Uonna Club
di Roma, un book di articoli dell'epoca e una spilletta.
(Nikita)
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CHARLOTTE'S
SHADOW
"Eternal Sleep"
CDr-EP (Cynfeirdd/The ArtRecords)
Avete
presente le recensioni che c'erano una volta sulle riviste musicali
che finivano con un voto fatto con i pallini o le stelline?
Bene, io dopo aver ascoltato questo Ep chiederò a Nikita di
aggiungere un tocco di demenzilaità femminile alle mie recensioni
aggiungendo il voto finale fatto con le faccine, perchè vorrei
davvero che voi poteste vedere la mia faccia mentre ascolto
questo lavoro. Una meravigliosa e spiazzante ingenuità sgorga
da ogni atomo di questo lavoro, a partire dalla grafica di copertina
fino ad arrivare all'ascolto delle note in cui l'influenza di
Sisters of Mercy e Cure è quasi spudorata. Il tocco d'originalità
di questo gruppo è certamente dato dal cantante che io ipotizzo
sia il figlio segreto di Peter Steele e Robert Smith che cerca
di cantare come Ville Valo. Pezzo forte dell' EP è a mio parere
la cover di You Spin Me Round che secondo mè merita davvero,
soprattutto per gli arrangiamenti di chitarra. Bella anche la
voce femminile dal sentore postpunk che spunta come un raggio
di luce solo nella nona traccia .. purtroppo interrotta dal
delirante grugnito maschile. Se siete curiosi procuratevi questo
bizzarro esperimento gothrock ... potrebbe perfino valerne la
pena.
Info:
www.cherlottwesshadow.com
www.myspace.com/charlottesshadowtheband
(Nacht)
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