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Ataraxia - Kremasta Nera
Labels
Ark / Masterpiece Distribution
Area
goth & electronics
rock & pop
Generi
neo classica
folk
Voto utenti (9)
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2007-04-21 | stampa | segnala questa pagina via email | aggiungi questa pagina ai Preferiti | aggiungi a del.icio.us

Ataraxia

Kremasta Nera




di Davide Borghi


Rituali profondi come il respiro del mondo
Il viaggio spirituale di Ataraxia prosegue, scopre nuovi paesaggi e raggiunge nuovi lidi interiori, senza dimenticare il passato, ma senza nessun timore di introdurre nel proprio bagaglio nuovi elementi sonori ed emotivi. Così, a pochissimi mesi dall`estasi coraggiosa e cabarettistica di "Paris Spleen", ecco questo "Kremasta Nera", che riporta il gruppo modenese verso le tipiche sonorità che li hanno resi uno dei gruppi più celebrati della scena neoclassica e medievale.

"Kremasta Nera" vibra senz`altro dell`anima di Ataraxia, anche se, in questo lavoro ispirato agli antichi culti di Samotracia, c`è anche qualcosa di nuovo e sorprendente per chi li segue da sempre : una profonda sensazione di mistero ed inquieta introspezione, un percorso che ha sbocchi sia verso l`alto, verso il cielo delle isole greche ed il volo dei gabbiani, sia verso il basso, verso un mondo sotterraneo fatto di grotte in cui si celebravano culti lunari antichi e misteriosi.

I quattordici brani del disco sono documento di una ricerca spirituale profonda, una sfida con se stessi per il conseguimento di un equilibrio interiore, di un senso di pace ed armonia che si raggiunge al termine di un processo iniziatico che richiede, a chi voglia intraprenderlo, dedizione e sacrificio. C`è questo nei passaggi più oscuri dell`album, momenti in cui si ha la sensazione di essere sfiorati da correnti energetiche sconosciute come nei misteriosi ed opachi recessi di "Therma" ed "Ebur". C`è un sospiro profondo che attraversa questi due brani e che percorre tutto l`album, manifestandosi in canti dalla struttura rituale e mantrica e soprattutto attraverso la voce di Francesca, forse mai così libera di elevarsi e discendere seguendo il ritmo della danza come in "Migratio Animae", "Ochran" o "Kaviria".

Il contributo di Vittorio Vandelli e Giovanni Pagliari invece è perfetta sintesi di stile e classe. La chitarra acustica di Vittorio recuperare alcuni ritmi trascinanti di "Suenos" in "The Nine Rituals" e costruisce con delicati arpeggi l`intelaiatura di "Kremasta Nera" e "Fengari", che, con i loro limpidi richiami a "Lost Atlantis" e "La Malediction d`Ondine", sono il germoglio meraviglioso di semi gettati molti anni fa ed amorevolmente coltivati. Il piano di Giovanni Pagliari invece è l`anima della intensa "Wings (I had once)", e della magnifica ode alle creature arboree di "Klethra". Riccardo Spaggiari dimostra di essere sulla stessa lunghezza d`onda di Francesca, Vittorio e Giovanni, apportando ad un album dallo spiccato carattere rituale, percussioni più che appropriate che si fanno veicolo di comunicazione con le vibrazioni più profonde della terra.

Un disco difficile a tratti, in cui permane una sensazione di freddezza e di distacco dalle passioni terrene, il cui contrasto con l`ubriacatura folle di "Paris Spleen" è quasi accecante, ma che rivela ad un ascolto attento un caleidoscopio emotivo di grande intensità per un`opera di un gruppo che non ha mai temuto le contraddizioni e le scoperte.

I riti inziatici di Samotracia dunque, diventano ulteriore frammento del viaggio di questi artisti e così come la perduta Atlantide, i sotterranei dell`Opera, le scogliere normanne, le sabbie del medioriente e la Parigi bohèmien dei cabaret di Montmartre non sono altro che momenti del viaggio più importante di ogni vita.

Quello dentro se stessi.

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1 2
Recensioni: Ataraxia - Kremasta Nera
21/04/2007 13.49.22
Post: 90
instancabili. ormai non li capisco più però e ho smesso di seguirli da anni.
~~~~~~
let the children hear music
rispondi
21/04/2007 13.56.55
Post: 2385
male, ed un peccato tu non li segua più, gli ultimi lavori son meravigliosi, in particolare Paris Spleen.. veramente originale.
rispondi
21/04/2007 15.09.01
Post: 179
Quale gruppo, dopo 20 anni di carriera, è ancora capace di realizzare lavori così ispirati uno dietro l'altro?
rispondi
21/04/2007 15.17.50
Post: 90
mea culpa ma a me le band iperproduttive mi stanno un pò a noia se penso alle ricerche di branduardi nel suo periodo "medioevale" che andavano di 18 mesi in 18 mesi quando andava bene mi chiedo come facciano gli ataraxia a sfornare con serietà, pertinenza e giusta ricerca storica un disco ogni sei mesi. genio o bignami?
~~~~~~
let the children hear music
rispondi
21/04/2007 15.23.59
Post: 205
thelonious monk ha detto: mea culpa ma a me le band iperproduttive mi stanno un pò a noia se penso alle ricerche di branduardi nel suo periodo "medioevale" che andavano di 18 mesi in 18 mesi quando andava bene mi chiedo come facciano gli ataraxia a sfornare con serietà, pertinenza e giusta ricerca storica un disco ogni sei mesi. genio o bignami?

Ascolta i loro lavori e sii tu stesso a giudicare. Io credo che la loro si chiami 'ispirazione e dedizione'. Quanti lavori non all'altezza ci sono nella loro discografia?

rispondi
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