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06-03-2007 :

ATARAXIA

“Paris Spleen”

Cover ATARAXIA

(Cold Meat Industry/Audioglobe)

Time: (59:37)

Rating : 9

I Cavalieri Erranti dell’Emilia, dopo 20 anni di onoratissima carriera, proseguono imperterriti nella loro unica e profondamente significativa parabola artistica evitando accuratamente di sedersi sugli allori, ed anzi, dopo infiniti riconoscimenti sia da parte della stampa che del pubblico si lanciano in quella che senza dubbio rappresenta la sfida più avventurosa, misteriosa ed irta di ostacoli della loro intera esistenza artistica. La storia di “Paris Spleen” comincia nel novembre del 2005, allorquando la medium francese Madame Ratatouille, profondamente tormentata dalle visioni apocalittiche del CircuZ KumP (ensemble circense/cabarettistico composto da profanatori di tombe, bari, musicanti, consumatori di oppio e laudano, ferventi religiosi, poeti imberbi e praticanti di occultismo e magia rituale capitanato dall’inquietante figura della sanguinaria ed irriverente Madame Bisturi), cede alla richiesta di contattare gli Ataraxia da parte dell’infernale compagine artistica, al fine di riportare in vita gli avvenimenti maledetti legati all’unica rappresentazione di un indecente spettacolo ispirato a “Le Spleen De Paris” di Baudelaire tenutasi all’inizio del secolo scorso presso il Cabaret de l’Enfer a Montmartre, sepolti da un sinistro quanto omertoso silenzio. La storia narra di come la band si sia subito messa in viaggio verso Tolone per incontrare la medium, restando al suo fianco per 45 giorni: dalle sedute tenute insieme ad essa è emerso chiaramente come gli inquietanti personaggi del CircuZ KumP desideravano che Vittorio, Francesca, Giovanni e Riccardo vivessero, suonassero e registrassero quelle sedute, dicendo esplicitamente di voler eseguire con loro la prima sinfonia ‘dei vivi e dei morti’. Noi non sappiamo dove inizi e dove finisca la verità in tutto ciò, ma ci piace pensare che il dischetto che stringiamo oggi fra le mani sia davvero il frutto di accadimenti tanto bizzarri ed inquietanti quanto suggestivi ed intriganti, perché nelle leggende vi è sempre un fondo di verità. Il dato certo è rappresentato dalla riuscita dell’operazione: le 12 canzoni contenute in “Paris Spleen” sembrano davvero uscire da qualche fumoso cabaret o da qualche malfamata taverna della Parigi di inizio ‘900, e ci basta chiudere gli occhi per vedere materializzarsi di fronte a noi la realtà degli artisti di strada, fra nebbiosi vicoli bui ed ombrosi anfratti dai quali emergono inquietanti individui, fra odori nauseabondi e profumi avvolgenti, fra droghe obnubilanti e vino che scorre a fiumi, in un cupo microcosmo popolato da saltimbanchi, fenomeni da baraccone, clown, acrobati, cani, imbroglioni, assassini, ladri e tutto ciò rende grottesca la rappresentazione dell’umanità. In questo spaccato di vita di cent’anni or sono si sono immedesimati alla perfezione gli Ataraxia, che dalla doverosa presentazione degli artisti coinvolti esplicata con l’iniziale “Bienvenue À L’Enfer!” sino al frenetico girone dantesco della conclusiva “À Votre Guise!”, passando per la teatralità e l’immaginario circense evocati dalle varie “Où Vont Les Chiens?”, “Mon Cher Toutou…”, “Le Saltimbanque Décrépit” e le marziali, tetre introduzioni ai fenomeni da baraccone (pronti a mostrare il meglio ed il peggio di sé “…tra le stoffe consunte di un lacero sipario e sulle assi schiodate di un qualche palco tarlato”, come recitano le note ufficiali) in “Tango Des-Astres”, ci trasportano con assoluta efficacia nel mondo che tanto sapientemente hanno saputo ricreare calandosi a fondo nei panni dei musicanti dell’epoca. Impossibile non citare, inoltre, l’intensità e la passionalità sprigionate da episodi memorabili come “N’Importe Où!”, “Longtemps Pierrette D’Orient” e “Petite Chanson Lycanthrope”, fondamentali per bilanciare a dovere la bizzarria e la crudeltà del Cabaret de l’Enfer e la magia sonora che è parte imprescindibile del sound di Ataraxia. Fra strani strumenti, lazzi, urla, gemiti e fattacci d’ogni tipo, la chanteuse Francesca guida l’intera orchestra col suo consueto istrionismo vocale, qui portato a livelli eccezionali, quasi come se ella fosse stata realmente pervasa dallo spirito stesso dell’inquietante Madame Bistuori… Un’opera ambiziosa e coraggiosa che rappresenta l’ennesima sfida vinta dagli Ataraxia, artisti in grado di calarsi nella parte come pochissimi altri al mondo: l’Arte, specie quella musicale, ha assoluto bisogno di persone come Vittorio, Francesca, Giovanni e Riccardo, e noi non possiamo che plaudire a tanta positiva forza vitale, invitandovi a scoprire quest’ennesimo gioiello sonoro offertoci da una delle più belle realtà mai emerse dall’intero panorama musicale italiano. Bienvenue à l’Enfer, e… buon diverrrrrrrrrtimento!

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.ataraxia.net/

http://www.coldmeat.se/home.html