La discografia degli Ataraxia
si arricchisce di questo nuovo album, sono convinto che molti resteranno
sorpresi ascoltando le composizioni proposte in questo spettacolare Paris
Spleen. Penso in effetti che questo sia il lavoro più teatrale, gotico e
ambizioso partorito dai musicisti emiliani, per il quale mi piacerebbe
coniugare il termine “Grand Guignol Rock”. La musica medioevale che aveva
contraddistinto buona parte della produzione artistica degli Ataraxia qui
è solo accennata, anche se non è sparita del tutto, ma è però messa in
secondo piano. Anche le raffinatezze degli ultimi lavori, penso ai mini cd
e a Saphir, fa spesso capolino, ma è centellinata, quasi come dei momenti
di spettrale poesia innestati in un tessuto drammatico e
funereo.
Di certo il pubblico più dark del gruppo farà i salti di
gioia ascoltando le note malsane e sguaiate di questo cd, che miscela
musica cabarettistica a visioni orrorifiche di indubbia efficacia, la voce
di Francesca è incredibile e spesso si ha l’impressione che non avrebbe
potuto essere più perfetta di così. Anche Pagliari, il tastierista, è più
incisivo rispetto agli ultimi lavori, mentre forse è il chitarrista
Vittorio Vandelli l’elemento che più di tutti fa da ponte con il
passato.
Ovviamente questo è un concept che va preso nel suo
insieme, non ha senso fare un track by track, piuttosto è meglio lasciarsi
trasportare interamente nel mondo immaginifico ricreato da questi
straordinari artisti, un mondo degno dei migliori raccondi ottocenteschi
d’orrore, da Lovecraft a Poe, senza ovviamente dimenticare la poetica del
grande Baudelaire.
Paris Spleen è un lavoro colto, profondo,
estremamente ricco, infatti ogni ascolto rivela nuovi particolari e nuove
sfumature… Questo è un disco che non può essere consumato in fretta, in
una volta sola, ma che richiede dedizione e pazienza, anche se basta
davvero molto poco per innamorarsene.
Gli Ataraxia hanno fatto un
lavoro grandioso, che sarà difficile dimenticare, anche se hanno già in
uscita un nuovo album, Kemastra Nera, e una raccolta con inediti. Ma
quanto ascoltato in preview sul sito lascia immaginare che sarà un ritorno
a sonorità più soffuse e pacate, anche se sempre molto evocative. Io spero
comunque che questa incursione nel mondo degli incubi non resti un
episodio isolato nella discografia degli Ataraxia, perché sono stati
davvero bravissimi! GB
Altre recensioni: Suenos; Mon Seul Desir;
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Articolo: Ataraxia, una
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