Rovigo, 31 maggio 2003.
Gli Ataraxia e gli Autunna Et Sa Rose si alternano per donare
un tocco di magia dei tempi andati alle mura di pietra della
chiesa di S.Michele a Rovigo; oggi la Equilibrium Music,
portoghese, ormai un riferimento per queste sonorità, ripropone
l'evento in un doppio CD con package lussuoso (e limitato).
Strange Lights è la metà degli Ataraxia, che propongono
per la maggior parte brani del vecchio repertorio pre-Lost
Atlantis (più due inediti), riarrangiati, ingentiliti e
intensificati dal formato acustico e dal luogo di culto,
che fa del sussurro un sacramento e del tocco leggiadro
una religione. Magnifico Vandelli alla chitarra e brava
Francesca Nicoli, con il suo timbro particolare e vigoroso,
una voce che da sempre strappa gli Ataraxia da un possibile
trono della scena folk-medievale per spostarli in un contesto
più lirico e neoclassico, del quale sono comunque imprescindibili
esponenti. Grazie anche alla produzione squisita fanno un'ottima
figura in questo contesto, chi ama la band può prendere
l'album ad occhi chiusi, chi non li apprezza potrebbe dire
che sono i soliti manieristi, che l'uso sporadico di linguaggi
antichi e le metriche del cantato sono solo scimmiottamenti
di culture e studi ben più approfonditi, cenere negli occhi
di un pubblico ignorante al quale piace vestirsi di cultura.
Ci piace pensare che le mire degli Ataraxia siano diverse
e che anche questo Strange Lights sia un semplice omaggio
alla bellezza intoccabile della musica acustica. Autunna
Et Sa Rose, con Logos (secondo CD) si rifanno sempre alla
medesima scena ma sono meno conosciuti dei compatrioti a
causa di una proposta difficilmente fruibile, un linguaggio
composto da musica e teatralità, di cui per forza di cose
qui non possiamo usufruire. Difficile giudicarli così, sembrano
eccessivi, spregiudicati, la musica è fatta di slanci, sembra
una raccolta di Effimeri nel formato Jodorowski, episodi
intensi, recitati con voce, piano e violoncello, più un
immancabile cantato femminile che ci riporta malvolentieri
(ma con capacità) su questo pianeta. Il pubblico applaude,
saranno gli stessi individui mediocri di cui sopra? Forse
no, forse la rappresentazione era chiara, il messaggio passava
ed era possibile apprezzarlo veramente, noi purtroppo non
c'eravamo. Così ce li immaginiamo soltanto, sul palco, a
tentare qualcosa di significativo e coraggioso, proviamo
a scommettere che sia stata un'ottima rappresentazione.
Così è solo una doppia coppia di Re e Regine, se una terza
figura (l'ascoltatore) fosse stato nella chiesa, a vederli,
sarebbe stato un bel full.
Gli alfieri della neoclassica
made in Italy
08/09/2005
Federico Spinsante

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