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ATARAXIA
+ AUTUNNA ET SA ROSE |
La Via Verso Il
Cielo |
Equilibrium
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Lungo è il percorso che porta
alla luce
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Rovigo. Chiesa di
San Michele. E’ qui che ha inizio la
storia. Le prime parole che vengono
scritte narrano di un concerto in comune,
di una chiesa che ospita due delle più
importanti formazioni italiane di ispirazione
neoclassica. Degli Ataraxia si sa praticamente
tutto. Sono una band che ha raggiunto
da tempo il rango di gruppo di culto,
del progetto di Disorder si sa meno,
e i suoi tre album assomigliano spesso
a tracce dorate da inseguire. Forse
meno noti alla massa per uno stile più
sperimentale, più difficile da capire.
La portoghese Equilibrium, che di questo
stile se ne intende parecchio e che
può vantare gruppi quali Lupercalia
e lo stesso progetto parallelo di Vittorio
Vandelli, fa il resto. Li contatta,
li convince a registrare quei brani
e dare la possibilità a chi non era
presente di assaporare le immagini di
questo viaggio. Ne esce un doppio cd
di pregevole fattura.
Gli Ataraxia riarrangiano molti dei
loro classici con l’ottica che li ha
contraddistinti negli ultimi anni. Musica
liquida costruita come sempre sulla
voce di Francesca Nicoli ma con una
forte base neocalssica un tempo più
in disparte. Il risultato è entusiasmante.
La revisione funziona alla perfezione,
ed è bella l’idea di confrontarsi con
quelle canzoni che erano nate per uno
stile diverso. Caratteristico il fatto
che tutti i brani siano antecedenti
a ‘Lost Atlantis’, con ‘Oduarpa’, ad
eccezione di ‘Veules Les Roses’ dall’oramai
introvabile ‘Des Paroles Blanches’.
Gli Autunna Et Sa Rose ci propongono
una registrazione live di quel concerto
e soprattutto ci propongono una musica
da camera costruita su archi e piano
che colpisce per eleganza. Come il suono
degli Ataraxia si ricollega perfettamente
al titolo della loro parte, ‘Strange
Lights’, perché la luce è una sensazione/emozione
come il loro canto puntato sull’anima,
così gli Autunna fanno loro il concetto
di ‘Logos’ che richiama alla mente l’idea
di una ricerca linguistica; e, infatti,
alla raffinatezza neoclassica dei brani
estratti dai loro lavori e rielaborati
per l’occasione, si aggiunge il concetto
di ricerca con uno stile che si avvicina
spesso a soluzioni e arrangiamenti sperimentali.
Classicamente interessante per gli affezionati
del genere e per chi, al contrario,
voglia avvicinarsi a uno stile prossimo
alla musica da camera.
(2/8/05)
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