ATARAXIA

80

 SAPHIR
 COLD MEAT INDUSTRY
 2004

Sono tornati, gli Ataraxia sono tornati, e come sempre alla grande. Vanto per la nostra Italia all'estero, gli Ataraxia guidati dalla magnifica voce di Francesca Nicoli hanno fatto il decisivo passo avanti, seppur solo da un punto di vista di visibilità, chiaramente (da un punto di vista qualitativo sono parecchi anni che sono una spanna al di sopra di ben più blasonati nomi illustri). Saphir è il nome dell'album in questione, e come da copione le sorprese non mancano. Sembra incredibile come gli Ataraxia non siano in grado di rimanere immobili nel loro stile consolidato, ossia un folk classicista e barocco, sicuramente più sicuro da un punto di vista di pubblico. Ispirato dal concetto magico e mistico del giardino di ogni latitudine con la sua rappresentazione di bellezza estatica, si è volutamente cercato di trasporne il significato simbolista nella musica e Saphir, fatto di contrasti ed elementi a volte in simbiosi tra loro, ne è il risultato. Partendo dal presupposto che è da ritenersi un' obbligo per ogni musicista degno di questo nome crescere musicalmente, esplorare nuove strade, oppure viceversa, andare alla radice e fibra della propria matrice sonora, direi che il compito è stato svolto pienamente o ci siamo andati molto siamo vicino, tanta è stata la progressione dei Nostri. Album comunque atipico, anche per le loro produzioni, Saphir si apre con un delicato arpeggio che introduce Azar, la prima song del lotto, e già da qui si può capire qual è la predominanza del lavoro, ossia chitarra flamenco ed influenze spagnoleggianti in maggior evidenza. Il delicato tocco di sapore iberico si alterna al gorgheggiare in spagnolo di Francesca, ottima interprete assieme a Vittorio Vandelli e Giovanni Pagliari che, sia come polistrumentisti che come back vocals, rendono una poesia di Alejandra Pijzarnik una più che degna introduzione. Outremar è se vogliamo una ballata profondamente legata al tipico stile della band, anche se rispetto al passato, i toni sono di un colore molto più tenue e le percussioni morbide e vellutate di Riccardo Spaggiari, fanno da tappeto al tessuto agrodolce della canzone, struggente come nel loro stile. Jardin De Lune risplende per l'espressione vocale e per il contrappunto di melodia e percussioni molto scarne ma di sicuro effetto, l'utilizzo della tromba poi rende l'amalgama ancora più inusuale. The Gentle Sleep, un pianoforte e una voce. Serve altro? Non credo, ma ecco che tutto muta e si aggiungono altri arpeggi e ritmi di rimando in un crescendo ammaliante. Spettacolare, come sempre. Rue Bleu è la rive gauche de Paris. Altro giro, altra nazione, e le note sono dolci, annaffiate da assenzio e mal de vivre. Rimaniamo in Francia, ma l'atmosfera cambia radicalmente con D'Arc Et D'Harpe. De Pourpre Et D'Argent è un fiorleggio d'archi e seguendo la song precedente fanno della solennità il tema portante. Entrambe poesie di Saffo, non possono aver trovato cornice migliore ne cantori più delicati. In A Green For Her Voice vale lo stesso discorso di Otremar, quindi gli Ataraxia che conosciamo, ma che ancora sembrano voler scoprire lati di cui non sospettavamo l'esistenza; armonie e suoni cui siamo abituati ma che rivestono sempre di luce rinnovata le loro canzoni. Blood Of Cherris si apre in soluzioni vocali atipiche ma che ha dalla sua una certa ricerca che la rendono sicuramente interessante e che fa dei tappeti di synth la sua peculiarità. Una accordo di pianoforte secco introduce la presunta ultima song ossia Of Asphodel. Poi il vortice di tocchi leggeri di piano rendono la crescita della canzone ancora più possente e all'arrivo del tutto, lo smorzarsi di nuovo ci da un'idea seppur vaga del lavoro di arrangiamento che si trova nelle mani capienti degli Ataraxia. Qui si sfiora a volte il manierismo, ma devo dire che l'effetto è suggestivo, soprattutto nel recitativo finale. Si chiude con una song non segnalata nella tracklist, e con un parlato francese a completarne la struttura. In definitiva un album molto bello, che vale l'acquisto e di una caratura qualitativa sicuramente notevole. Mi resta il dubbio di una sua difficile comprensione al pubblico di media utenza, l'ascolto necessita di impegno, e talvolta anche di un certo studio della materia sonora in questione, e quindi, di una certa apertura mentale indispensabile. Insomma , per molti, ma non per tutti.

Line-up:

n/a

 

Notes:

Recorded at n/a

Produced by n/a

Artwork by n/a

 

Tracklisting:

1. Azar
2. Outremer
3. Jardin de Lune
4. The Gentle Sleep
5. ~ R u e ~ B l e u e ~
6. D'Arc et d'Harpe
7. De Pourpre et d'Argent
8. A Green for her Voice
9. Blood of Cherries
10. Of Asphodel

 

D666

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