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Kaos
ATARAXIA Saphir (Cruel Moon/Audioglobe) (di Roberto Michieletto )
ATARAXIAHo avuto l’opportunità di ascoltare parte dei brani che compongono ‘Saphir’ prima dal vivo (grazie al concerto tenuto da Ataraxia in quel di Torino il 1° maggio) e poi su disco e devo dire che l’effetto è stato assolutamente gratificante, sia per la lettura che degli stessi è stata data sul palco e sia per quello che ho successivamente sentito riprodotto sull’album. Gratificante perché, in entrambe le situazioni, quelle stesse canzoni hanno saputo trasportarmi nella medesima atmosfera sospesa tra sogno, magia e ricordi ancestrali e convogliare l’identico pathos, delicato e poetico. Il tutto ovviamente accompagnato da una scrittura, come sempre, ricercata (in particolar modo per quel che concerne la voce, ma anche per le parti strumentali, magari con un maggiore spazio concesso alla chitarra acustica) e da una diminuita propensione alla ricostruzione di scenari medievali, oltre che da un incremento di situazioni avvicinabili a certo minimalismo neoclassico non immobilizzato. Il lavoro è ispirato ai giardini e all’arte insita nella loro costruzione e tocca l’apice assoluto in ‘The Gentle Sleep’, una canzone che si sviluppa prima sulle maestose note di tastiera e sulla voce di Francesca Nicoli, per poi addizionare un’efficace sezione percussiva (ben gestita da Riccardo Spaggiari, in sostituzione di Francesco Banchini) e ritornare sui propri passi (attraverso un percorso diverso) portando a compimento un toccante crescendo emotivo, per romantica bellezza e intensità. ‘Saphir’ (dedicato a Erik Satie) dimostra, pur nella sua pacatezza, come gli Ataraxia abbiano ancora molto da dire e rappresenta uno degli apici compositivi della loro carriera.