Ataraxia- Saphir
Genere Medieval Folk Altri links
Etichetta Cold Meat Intervista 2001
Distribuzione
Durata

59:02

Data d'uscita 4/2004
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Track List : 

1. Azar /2. Outremer /3. Jardin de Lune /4. The Gentle Sleep /5. ~ R u e ~ B l e u e ~ /6. D'Arc et d'Harpe /7. De Pourpre et d'Argent /8. A Green for her Voice /9. Blood of Cherries /10. Of Asphodel

Semplicemente straordinario il nuovo lavoro degli Ataraxia, una delle band di cui andare realmente fieri e capaci, nel corso degli oltre dieci anni di carriera, di sposare con innata delicatezza ritmi e suoni antichi e suggestivi creando uno stile ormai personalissimo.

Saphir, come quasi tutti i dischi della band (escluso Mon Seul Desir) è un concept album, stavolta ispirato alla natura mistica dei giardini di ogni era e di posti differenti (da Babilonia ai giardini zen). Un lavoro molto complesso, con l'obiettivo dichiarato di unire l'arte e la musica, trasportare in note l'armonia che regna nei giardini stessi ; un obiettivo centrato completamente.

Lievi e delicate, le note degli Ataraxia abbracciano in toto il filone medieval folk concedendosi però numerose puntate verso territori nuovi, musiche dai sapori antichi ma in grado di suonare ancora moderne.

L'apertura del disco è affidata ad Azar, ballata medieval che si mostra fedelmente ancorata al passato della band ma con parti di chitarra vicine alla tradizione mediterranea ed iberica, caratteristica che ritroveremo più avanti anche in altri brani del disco.

Outremer è una vera e propria visione onirica in grado di evocare sconfinati oceani e musicalmente avvicinabile a quanto sentito su Lost Atlantis, al contrario di Jardin de Lune suddiviso in due parti perennemente intrecciate tra loro : una più malinconica e per certi versi triste ed una più solenne ed epica, sempre ottimamente interpretate dalla straordinaria voce di Francesca.

The Gentle Sleep è, insieme ad A Green For Her Voice, il brano che merita la palma di migliore. Un pianoforte introduce la voce, stavolta molto profonda, che conduce all'interno di un pezzo interamente dominato dal pianoforte, che in un crescendo intenso e suggestivo sale verso il refrain evocativo per tornare alle dolci note delle strofe.

Le divagazioni spagnoleggianti le ritroviamo in D'arc et d'Harpe mentre un impercettibile tributo al folk marziale dei Novalis si riscontra nell'intro di De Pourpre et d'Argent, che prende in seguito tutta un'altra piega per addentrarsi in una dimensione eterea, guidati dalla doppia voce, candida e soave e in continua crescita disco dopo disco. La già citata A Green for her Voice è un brano nella classica tradizione folk degli Ataraxia, dal ritmo andante e dalle parti di chitarra sempre molto suggestive, alle quali si aggiunge nuovamente un pianoforte capace di ampliare notevolmente la gamma di sensazioni che la band è in grado di donare con la propria musica.

Le ultime due, lunghe, tracce (entrambe sopra gli otto minuti) si caratterizzano per una intensa interpretazione nelle parti vocali (Blood of Cherries) e per un intro al limite del prog rock settantiano (un virtuosismo di pianoforte paragonabile all'introduzione di Atlantide dei The Trip) il secondo.

Si tratta, in definitiva, di uno dei migliori dischi in assoluto per la band emiliana, il cui cammino artistico sembra procedere con dirompente decisione verso la perfezione assoluta, coniugando forma e sostanza con uno stile ormai inimitabile.

Da avere assolutamente.

Voto: 9

Matteo