Finalmente la lunga attesa per il nuovo full lenght degli Ataraxia
è terminata, dopo essere stato stregato da Suenos non vedevo l'ora di
scoprire cosa ci avrebbero preparato i tre ragazzi
emiliani.
Innanzi tutto c'è da registrare l'ingresso in formazione
del nuovo percussionista Riccardo Spaggiari, che ha preso il posto di
Francesco Banchini (GOR), che un po' a causa della distanza (è di
Pozzuoli), un po' per i tanti impegni e partecipazioni in vari progetti
paralleli, non ha potuto proseguire la collaborazione. Devo dire che
l'apporto di Francesco era di grande spessore artistico, una perdita
difficile da riparare, comunque Riccardo si dimostra pieno di idee e sono
sicuro che saprà dare nuovi impulsi alla band, ho avuto il piacere di
vederlo all'opera dal vivo e mi è piaciuto per la sua creatività, inoltre
il sound del gruppo acquista una forza di penetrazione maggiore con le
percussioni.
Il concept sottostante il disco è il tema dei giardini
e viene sviluppato in dieci composizioni struggenti e cariche di
malinconia fin dall'iniziale "Azar", una cantilena dall'incedere epico
costruita su un arpeggio dal sapore gitano, il tocco di Vittorio sulla
chitarra è sempre più delicato, mentre le percussioni sono appena
accennate, a mio parere sono state mixate troppo basse in tutto il disco,
Francesca da di se un'immagine fragile e romantica, ma quando canta
sprigiona una forza insospettabile. "Outremer" inizia come una nenia dolce
e contemplativa, poi il cantato si intreccia in cori molto evocativi.
"Jarden De Lune" è ricca di momenti diversi, parte lenta e spirituale per
poi intrecciare un giro di flamenco a arie medioevali. L'appassionata "The
Gentle Sleep" mette finalmente in evidenza anche le doti romantiche di
Giovanni. "Rue Bleue" ricorda le grandi interpreti della canzone francese
come la Grecò e la Piaf. "D'Arc et d'Harpe" è un brano trasognato che
alterna tensione drammatica ad aperture celesti. "De Pourpre et d'Argent"
è serena e meditativa, mentre "A Green For Her Voice" è allegra e vitale.
"Blood of Cherries" è una canzone evocativa quasi sciamanica. Chiude "Of
Asphodel" con un Giovanni ancora molto ispirato.
Gli Ataraxia sono
sempre più raffinati e inclini alla ricerca estetica, riescono a coniugare
bellezza e profondità in un percorso musicale di grande forza espressiva,
una dote che oggi hanno davvero in pochi. GB
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Articolo: Ataraxia, una
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